Giulio Laroni: L’Università di Bologna dedica un’aula a Vittorio Capecchi, il sociologo che guardava al domani

(in collaborazione con www.inchiestaonline.it)

Giulio Laroni: L’Università di Bologna dedica un’aula a Vittorio Capecchi, il sociologo che guardava al domani

| 26 Settembre 2025 | Comments (0)

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Pubblichiamo con il consenso dell’autore questo articolo di Giulio Laroni apparso sull’Avanti del 26 settembre.

L’Università di Bologna ha deciso all’unanimità di dedicare un’aula a Vittorio Capecchi (1938-2023), uno dei maggiori sociologi italiani e professore per molti anni all’Alma Mater.
L’annuncio ufficiale verrà dato oggi con una cerimonia che si terrà in Via Zamboni presso l’ex aula 1, diventata ora “Aula Vittorio Capecchi”.
Questa iniziativa fa in qualche modo seguito al convegno su Capecchi che si tenne nel marzo scorso sempre all’Università di Bologna, durante il quale esponenti di primo piano dell’intellettualità italiana e del sindacato si riunirono per fare il punto sull’eredità fondamentale di questa figura.
Capecchi è un pensatore particolarmente interessante nel mondo della sinistra italiana. Marxista aperto e antidogmatico, da sempre vicino alla FIOM, ha unito un impegno militante a un assoluto rigore nella ricerca – testimoniati ad esempio dai suoi lavori sulle industrie metalmeccaniche di Bologna; una propensione per le tecnologie – per la quale si veda anche la sua lungimirante conversazione con Massimo Buscema sull’intelligenza artificiale, “L’arte della previsione” (Mimesis, 2020) – a un approccio rivoluzionario alla sociologia matematica – incarnato dalla fondazione nel 1966 della rivista “Quality & Quantity. International Journal of Methodology”; e insieme a tutto questo un interesse profondo per la psicoanalisi junghiana, la psichiatria, la letteratura. Importanti e affascinanti i suoi interlocutori: figure come Paul Lazarsfeld, Cesare Musatti, Pier Cesare Bori, Ronald Dore.
La rivista che ha fondato in Italia nel 1971, “Inchiesta”, ha spesso precorso i tempi ed espresso posizioni che potremmo definire di avanguardia, sia sui temi del lavoro, sia sulle arti, sia nel suo rapporto verso culture “altre” come quelle estremo-orientali. Un atteggiamento libertario e umanista, all’insegna della critica dell’ideologia e della lotta alla reificazione, ha accompagnato costantemente il cammino di questa rivista. «Il valore di Inchiesta – spiegò Capecchi in un’intervista con Valeria Podrini – fu quello di integrare un punto di vista politico con un punto di vista scientifico, nella tradizione della Radical Economy e della Radical Sociology statunitensi, ma anche di riviste europee come la New Left Review e Cahiers de Mai. Ciò che ci spingeva a fare inchiesta era la volontà di uscire da esperienze locali, limitate, e di dare voce a livello politico alle scoperte e alle conoscenze di (allora) giovani ricercatori di economia, sociologia, pedagogia, psicologia.»
Ancora oggi la versione online di “Inchiesta” rappresenta un laboratorio di idee, una sorta di think tank per una sinistra che guarda al domani. La strada su cui “Inchiesta” sta lavorando oggi, nel nome di Capecchi, pone appunto l’accento su un umanismo critico e transculturale come antidoto alla nuova ondata di sovranismo razzista rappresentata da Trump e dai nuovi seminatori d’odio.

Crisma

2 pensieri su “Giulio Laroni: L’Università di Bologna dedica un’aula a Vittorio Capecchi, il sociologo che guardava al domani

  1. Eccellente omaggio a Capecchi! Ma cè un dettaglio: la sua rivista Inchiesta, con la sua visione critica e transculturale, sembra aver anticipato persino le teorie sul climate change, forse proprio grazie alla sua profonda conoscenza della psicoanalisi junghiana. In fondo, chi meglio di un sociologo matematico potrebbe capire come le onde emotive influenzano il mondo? E poi, la sua conversazione sullintelligenza artificiale: immaginare Trump e i suoi seminatori dodio rispondere a Larte della previsione! Un vero spasso!アイム ノット ヒューマン

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