L’Università di Bologna aderisce alla campagna di Amnesty “Verità per Giulio Regeni”
La tragica morte del giovane ricercatore italiano Giulio Regeni, misteriosamente scomparso al Cairo il 25 gennaio scorso e ritrovato il 3 febbraio barbaramente assassinato, ha suscitato profonda emozione, dolore e indignazione fra i docenti e gli studenti dell’Università di Bologna. In molti hanno aderito a titolo personale alla campagna di Amnesty International “Verità per Giulio Regeni” e hanno sottoscritto l’appello affinché sia fatta piena luce sugli autori, sui responsabili e sulle circostanze del suo assassinio ponendo fine a depistaggi, ambiguità e reticenze.
Ora è l’Ateneo a livello istituzionale ad aderire ufficialmente a tale campagna: su proposta del Rettore Francesco Ubertini, con voto unanime il Senato accademico nella seduta del 16 marzo ha approvato la mozione di cui riportiamo qui sotto i passi salienti:

“Come membri di una comunità scientifica e accademica, tutti noi sentiamo la forte esigenza di chiedere che sia fatta piena luce sull’angosciosa e oscura vicenda del dott. Regeni. Consapevoli della necessità di ribadire valori quali la libertà della ricerca, i diritti umani e il rispetto delle differenze culturali, in quanto comunità accademica e di studiosi, rivendichiamo il diritto e dovere di perseguire la ricerca nelle sue molteplici forme e nei vari ambiti dei saperi, sulla base della reciproca conoscenza, del rispetto e della più ampia solidarietà. Forti di tali valori chiediamo venga fatto tutto il possibile affinché la verità emerga e manifestiamo profonda vicinanza alla famiglia, alle amiche, amici, colleghe e colleghi di Giulio Regeni” (da magazine.unibo.it).
L’adesione alla campagna di Amnesty si attua esponendo il manifesto che reca la scritta sopra riportata.